Volevo scrivere un post per il mio amico e fidato compagno di associazione ABARTH aka Leandro ……ma per fortuna il suo articolo su STREET ART ATTACK , contenitore digitale “mainstream” da 23000 followers mi ha preceduto. Meglio così: adesso che le cose ufficiali sono state fatte posso sentirmi libero di procedere oltre……….ora posso essere più me stesso, meno preciso, corretto e incensatore di complimenti……..MI SENTO GIA’ MEGLIO.
Vi domanderete di cosa vi parlerò: cercherò di essere breve…..altrimenti i lettori del tanto acclamato Maggio Letterario si potrebbero stufare e non arrivare in fondo…..(e poi si sparano 400 pagine di fuffa best-seller fingendosi intellettuali). Comunque voglio parlarvi di ponti…….., non architettonicamente parlando, ma riferendomi a chi poi spesso li dipinge…….i WRITERS (magari di nascosto, illegalmente). Il loop me lo dà una mega pro ….INIZIATIVA al via in quel di Venezia: “THE BRIDGES of GRAFFITI” . No non vi sbagliate, non avete letto male, I GRAFFITI con la G maiuscola approderanno di nuovo a Venezia e lo faranno da gran signori sbarcando all’ARTERMINAL a San Basilio. Un’evento di portata EPOCALE che porterà alcuni dei king di questa forma d’espressione, i GRAFFITI appunto, a esibirsi ridipingendo una delle porte d’ingresso più contemporanee di questa città: VENEZIA. Questa classica metropoli “barocca” dalle differenti anime è, pur se antica e fragile, sempre pronta ad accettare il nuovo, Alcuni la vorrebbero trasformata in un Parco Divertimenti della “Cultura”:un’immenso MUSEO a cielo aperto dove si paga il biglietto per entrare al mattino (cara tassa di soggiorno) e la si lascia alla sera al personale delle pulizie e della sorveglianza per far si che tutto sia apposto il giorno seguente. Ma VENEZIA è pur sempre una città contemporanea e come tutte le metropoli moderne ha i suoi luoghi colti, i suoi degradi, i suoi tempi, i suoi riti……… e in tutto questo i Graffiti come centrano? Centrano centrano: ma incominciamo dall’inizio.
Ci hanno provato in molti, dopo il mitico 1984 e la mostra “ARTE DI FRONTIERA, NEW YORK GRAFFITI ” della buon’anima Francesca Alinovi, a bissare il successo e l’effetto scatenato dalla sua ineguagliata, fin ora, esposizione: tutti hanno però fallito. In tutti questi anni in cui ho fatto Graffiti, sono ormai 24, ho avuto l’ammirazione per i coraggiosi “Graffitisti”, semi sconosciuti di quell’epoca che accompagnarono i Graffiti e l’arte Urbana in giro per l’Italia, ponendo il germe di quella che sarebbe poi diventata la scena e il movimento Italiano della Graffiti e Urban Culture odierna. Tutti quelli che hanno iniziato a dipingere più o meno in quel periodo, come me, hanno più o meno un debito con questi signori e con Francesca Alinovi. Ora a trentanni da quel progetto, prenderà il via, sabato 9 Maggio , l’evento “Bridges of Graffiti” che a detta degli organizzatori si pone in continuità con il progetto del 1984 offrendo, attraverso 10 artisti ormai affermati, una visione di come sia cambiato questo fenomeno.
Gli Artisti sono: BORIS TELLEGEN ai più noto come DELTA, DOZE GREEN, FUTURA,MODE 2 ,SKKI, JAYONE, TODD JAMES, TEACH, ZERO T ed ERON. Ora datemi del campanilista ma sono molto contento e orgoglioso di vedere inseriti tra le leggende, due artisti italiani: ZERO T e Eron se lo meritano davvero.
Bene signori fin qua la marchetta è fatta e tutto va benone….no problem…per ulteriori info vi rimando al link qui sotto e vi suggerisco di andarci: http://www.thebridgesofgraffiti.com/
Adesso però devo e posso togliermi qualche sassolino……Notate niente sul qui sopra BANNER????
Ve lo devo colorare meglio o indicare direttamente? proprio proprio non lo capite?
QUI LA PAROLA GRAFFITI è CANCELLATA da una linea nera, NERA che richiama un segno a SPRAY fatto con un ASTRO FAT (per chi capisce). Il ponte che questo segno descrive ci fa attraversare la storia di questi ultimi trentanni per farci arrivare, attraverso una porta TERMINALE dell’ARTE alla fine dei graffiti e all’inizio di una nuova Frontiera che questi 10 artisti sveleranno a partire da questo sabato. Come un taglio di Fontana quel segno sulla parola GRAFFITI è un’invito ad andare oltre. Curioso è il fatto che dopo tuti i tentativi più o meno mancati, fatti in questi anni , di portare i Graffiti a Venezia e di aprire un dialogo verso l’arte con l’A maiuscola, la mostra che dovrebbe ufficializzarne l’entrata in Società e il riconoscimento effettivo come forma Artistica, ne decreti in realtà la fine come movimento di rottura, protesta e rivalsa sociale. I grandi Artisti in mostra sono ormai qualcos’altro da quello che erano un tempo. Qualcosa di nuovo e sicuramente interessante…molto lontano dalla scena e dal fenomeno Graffiti-Writing-Urban-Street…ART….che le nuove generazioni conoscono. Oggi il mondo di un giovane Writer ha altri miti e altre forme di comunicazione, anche gli obbiettivi della protesta e i bersagli finali sono diversi. Parlavo sta sera con un ragazzo (ORBS) e gli raccontavo di Delta e lui mi guardava con un’aria stranita per dirmi poi: “non sò chi è”. I graffiti sono finiti ? e dove sono andati a finire? Il mondo veloce con tutta la sua tecnologia produce, fagocita e cancella tutto velocemente ma un pezzo della storia dei Graffiti, da sabato forse diventerà leggenda, si leggerà sui libri di storia dell’arte. La curva del ponte gettato verso un passato 1984, chiuderà un cerchio e altri ponti verranno creati verso altre strade, per chi verrà dopo di loro. Io mi auguro che questa esposizione chiuda un discorso rimasto in sospeso da troppo tempo e ci permetta di aprire nuovi capitoli…dare voce anche ad altri meritevoli di riconoscimento. Spero che il ponte gettato in laguna da questi 10 artisti e dalla grande organizzazione messa in piedi, sia utile per muoversi verso un seria, definitiva affermazione di quest’arte che in Italia è sempre stata associata o a questioni giovanili, di degrado o di costume. Chiamiamo questi “Graffitisti/Writers” per quel che sono : la storia li ricorderà come Artisti”.
Nei miei 24 anni di attività nei Graffiti ho visto ormai troppe volte SFRUTTARE l’occasione e i writers per motivi politici, pubblicitari, arrivistici, economici e strumentali. Dal più ottuso e superbo politico Curatore dei 1000 artisti dello stivale, passando per fondazioni culturali lagunari opportuniste accomodanti e poco coraggiose, per giungere infine nella precedente biennale a pagliacciate da piazza con artisti coinvolti in un’evento pro Graffiti Fuffa e flop, in un continuo ritorno (BACK to BACK) a un’arte di frontiera che ha gia superato di molto il confine……..posso dire di aver visto a Venezia un fracasso di iniziative deludenti e irriverenti nei confronti dei GRAFFITI e dei Writers. Venezia è una città moderna piena di tag, flop, stikers e scritte sui muri con pennarelli e spray. Il principio di decoro del comune condiviso dal cittadino colto e bene, è una chimera, un sogno, una città pulita, epurata da firme, segni, e contemporaneità. Ci si dimentica però che una città così esiste solo se nessuno la vive e se la si ripone all’interno di una teca lontana dal suo tempo. Venezia VIVE e il suo degrado urbano e i colori sui suoi muri, secolari o no, sono i suoi graffi, le sue cicatrici, i suoi tatuaggi…..sono il segno che la storia passa ma lei resiste ed è ancora nel suo tempo, perchè Venezia e i suoi abitanti sanno adattarsi a tutto.
THE BRIGES OF GRAFFITI NON SOLO RIPORTA A VENEZIA I GRAFFITI MA LA RIMETTE AL CENTRO DEL MONDO DELLA CULTURA, RICONOSCENDOLA COME CAPITALE CONTEMPORANEA DELL’ARTE MONDIALE. Venezia non è un museo a cielo aperto da vedere dal 12° ponte di una nave da Crocierà è una metropoli che pulsa, vive, si trucca, si maschera, sembra assopita nelle serate d’inverno ma ha ancora molta Energia e Forza per proporsi e proporre se stessa e i suoi artisti: come direbbe qualcuno “la forza scorre potente in lei”. Su e giù per i suoi ponti e lungo i suoi canali, dove tele e sacrifici sono stati spesso gettati; intere generazioni di writer giovani e ad oggi meno giovani, hanno inseguito un riconoscimento, una affermazione, hanno cercato un modo per emergere, anche facendo tag laser in faccia a istituzioni museali internazionali. Alcuni tra questi solo ora iniziano ad avere credito e lo fanno però lontano dalle calli ostili di una Venezia colta e cieca che ha sempre guardato fuori e non in casa propria, denigrando e ostacolando i loro segni e il loro passaggio, offrendo pochi o nessun spazio o tempo alla loro possibilità di esprimersi. Mi ricordo di aver chiesto, dieci anni fa, in un dibattito pubblico, su Legalità e Illegalità dei Grrafffffittti, organizzato da F. Bevilacqua La Masa, all’assessore al DECORO di Venezia e al Comandante dei Vigili di Mestre, se loro sarebbero riusciti a individuare e a garantire all’interno di Venezia dei luoghi dove io e i miei compagni Writers avremmo potuto dipingere e fare Graffiti senza nuocere all’immagine storica della città. Non mi risposero e non venne in mente a nessuno di loro di proporre e far DECORARE da gli artisti presenti in quell’occasione, quasi tutti di Venezia e zone limitrofe, i vari pannelli di legno di rivestimento dei cantieri di restauro sparsi in giro per la città. Proposi pure provocatoriamente, in quell’occasione, di finanziare con una colletta tra Writers il restauro di un’edificio storico, in modo che ci avrebbero permesso, ovviamente pagando, di dipingere un banner in pvc microforato, che avrebbe rivestito l’edificio, come succedeva già in alcuni cantieri. Questa pratica, attualmente ancora avvallata dal comune, è realizzata con pubblicità a volte discutibili, alla faccia del decoro. L’assessore rimase perplesso per la mia proposta, sembrava valutarla e rispose in parte affermandone la validità, ma non capendone il mio intento provocatorio evidentemente. La fondazione ospitante invece aveva indetto l’incontro pubblico per anticipare la polemica da parte dell’opinione pubblica, in merito a un fatto di cronaca e provare a mitigare il polverone che era stato sollevato nei giornali in seguito all’arresto e all’indagine su alcuni giovani writers di Mestre. L’intento dell’istituzione non era umanitario e di sostegno a questi giovani artisti ma strumentale…..serviva a dare della fondazione una immagine conciliante e propositiva, a breve distanza dai giorni della polemica, sarebbe stata presentata un’iniziativa sui graffiti che vedeva Bevilacqua la Masa protagonista come committente ed organizzatrice di una performance ad opera di Writers e Street Artist del calibro di DAIM etcc etcc. alle dovute conclusioni ci arrivate da voi.
Io ho visto molti amici e colleghi cercare in Venezia un luogo dove realizzarsi ma lei è una città che ama i classici e onora i morti. Chi mostra il coraggio di mettere in discussione istituzioni come Biennale lo fa a suo rischio e pericolo. Ma l’ENTE massimo DELL’ARTE in Venezia non è intoccabile……basta avere i soldi…….volete sapere quanti?
Per presentare un progetto artistico curatoriale, per realizzare un’evento collaterale in Biennale in uno dei padiglioni satellite. ci volevano nella 55° edizione 25.000 euro. questi andavano versati, secondo il contatto, ad approvazione ricevuta……..poi logicamente andava realizzato, entro il termine, il progetto a spese proprie: ci si doveva cercare gli sponsor, ci si doveva cercare i collaboratori, gli artisti, farsi la comunicazione, l’ ufficio stampa, le richieste ai vari uffici comunali e non, il catalogo dell’evento era a carico di chi realizzava il progetto. A cosa dava diritto aver pagato 25.000 euro? all’uso di un loghetto di M….iennale e la presenza di una citazione dell’evento collaterale sul catalogo generale. Per avere il marchio e essere nella loro squadra si cedevano all’ENTE SUPREMO i diritti di TUTTO! (foto,video,interviste qualsiasi immagine o pubblicazione legata alla propria iniziativa doveva avere l’avvallo di Biennale e questo diritto lo sottoscrivevete con un contratto che definirlo capestro era un complimento). Concludo dicendo che se alla fine di tutto il vostro mazzo di lavoro Biennale decideva di togliervi il logo, perchè non in linea con le loro direttive, allora eravate proprio nella cacca: avevate perso tutto. Ora non mi dilungo su gli inciuci mafiosi e di interessi politici che in un’ente italiano ci sono quasi sempre, ma vorrei porre la questione su una cosa grave che queste assurde pretese economiche di Biennale Venezia generano. Sò che siamo già molto lunghi con questo post, e avevo detto che sarei stato breve, però quello che vi racconterò richiede una spiegazione dettagliata: portate pazienza o quasi finito.
Vi domanderete come faccio a sapere tutte queste cose. Non sono un mago o un’hacker informatico.
Semplicemente ho avuto la possibilità di leggere e avere in mano il contratto che Biennale Stipula con i curatori dei padiglioni collaterali: clausole, costi, termini e tutto.
Per farvi capire meglio vi devo raccontare una vicenda che è capitata al sottoscritto; due anni fà vengo contattato, io e l’associazione che rappresento, Kantiere Misto, da un’amico il quale mi presenta un gallerista che a sua volta mi fà incontrare un CULATOLE autorizzato dall’ente Biennale (sto tizzien aveva la erre moscia – “OLLOLVACUI” rappresent!). Mi parlano insieme di voler riportare i graffiti a Venezia, citano la Alinovi , mi presentano un progetto , “culatoliale”, collaterale, di tre paginette, da realizzare da li a due mesi, chiamato “BACK TO BACK”, (“tranquillo poi se modifica, se integra”), con il quale vogliono portare 1000 Writers a dipingere a Venezia: tutto questo durante l’inaugurazione della 55° edizione. Questi dovevano pagare la quota di iscrizione di 250 euri a testa (1000 x 250 = ? fatevi un calcolo) e avrebbero realizzato 1000 tele che sarebbero rimaste in mostra per la durata di tutta la biennale, all’interno di un padiglione satellite. Mi chiedono quindi cosa ne pensavo, della lista di nomi di Artisti che avevano deciso di contattare e io umilmente faccio notare che alcuni sono hai noi trapassati da tempo R.I.P. Nella loro proposta non capisco dove poi sarebbero finite le opere realizzate a conclusione mostra…….Boh i dubbi mi restano tutt’oggi. Dopo questo primo incontro nel quale cerchiamo di conciliare e ricondurre il loro progetto a qualcosa di sensato, decidiamo di rifiutare la proposta e lasciare la palla ad’altri. Sappiamo che questo progetto è stato realizzato, in fretta, male, non nei termini da loro proposti nei nostri incontri, ma utilizzando tra l’altro anche qualche suggerimento che gli avevamo dato…….quello che però mi ha più stupito è stato vedere tanti Bravi Artisti Writers Amici e colleghi venire abbindolati e coinvolti in un progetto che l’unica cosa che offriva era la chimera di avvicinarsi alla BIENNALE di Venezia. Le Opere anche valide realizzate da questi 40 artisti partecipanti, sono state di volta in volta cancellate e ricoperte da altre, in sfregio anche alla fatica e all’impegno da questi profuso. Dopo qualche giorno dall’incontro con il “CULATOLE” scopro che l’operazione di vendita di spazi in biennale è su vari livelli…….cioè, mi spiego meglio: anche ad altri 1000 artisti era stata venduta la partecipazione ai padiglioni satellite, con i loro dipinti e le loro sculture……il prezzo però di quest’altro Truffatore per conto di Biennale era 500 euri cadauno.
La 55° edizione di Biennale aveva 44 eventi collaterali a 25000 euri al colpo fatevi il calcolo del ricavato dell’ente solo per approvarli…………Ora però vorrei concludere tornando ai BRIDGES OF GRAFFITI…….penso che non occorra che io spieghi quanti soldi servano per organizzare, far approvare , allestire e promuovere un’evento come questo. CE NE VOGLIONO TANTI e questo giustifica la presenza come finanziatori di due collezionisti privati: un Banchiere e una Stilista di alta Moda. Uno studio grosso di Architettura, una grossa Fondazione, due Gallerie d’arte Contemporanea grosse la prima di Torino (capitale dell’arte contemporanea d’italia) la seconda di Londra ( ha tra le fila dei suoi artisti BANKSY) , concludendo e sponsor a parte (NIKE;CONVERSE; CAHRART etcccc) l’evento è di tutt’altro tipo rispetto a quello triste della passata edizione, lo dico senza voler offendere nessuno di quelli che vi avevano partecipato, in buona fede e che stimo moltissimo, ma Bridges of Graffiti e una linea di demarcazione e spero veramente che dopo il loro passaggio a Venezia si ricominci a fare sul serio nel mondo dei graffiti in Italia e a smetterla di prostituirsi per QUALCHE pagnotta e fama non riconosciuta e falsamente promessa.
IN MERITO ALLA MOSTRA IN QUESTIONE E AGLI ARTISTI CHE SI ESIBIRANNO. A LORO VA’ TUTTO IL MIO RISPETTO, PER ESSERE ARRIVATI A UN TALE TRAGUARDO E L’AUGURIO DI UN GRANDE SUCCESSO……
In conclusione però, mi permettano, di seguito, di lor esprimere una mia personale considerazione, riflessione e provocazione……E’ il mio punto di vista e me ne prendo la responsabilità se risultasse sgradito al punto da far si che qualcuno si possa offendere, non me ne vogliate, sò di non aver autorità in materia e non essere nessuno ma quello che segue lo sento dentro, viene dal cuore e non riesco a trattenerlo oltre:
IO SONO CONVINTO CHE LA FORZA DI UN MOVIMENTO ARTISTICO STIA NELLA CAPACITA’ DEI SUOI ESPONENTI DI PORTARE AVANTI UN MESSAGGIO COERENTE ANCHE IN UN’ EPOCA DI DIFFICOLTA’ ECONOMICA O DI CONFUSIONE SOCIALE, POLITICA E CULTURALE. L’ARTISTA OGGI E’ CENTRATO SPESSO SOLO SU SE STESSO, MA IN UN MONDO MOSSO DA MASSE IN CONTINUA E FRENETICA COMUNICAZIONE EGLI NON PUO’ PRENDERE LE DISTANZE DA UN’IMPEGNO SOCIALE E DAL DIFFONDERE CERTI PRINCIPI DI SOLIDARIETA’, SOSTENIBILITA’, UGUAGLIANZA E EQUITA’. IN UN MONDO DEVASTATO DA ODIO, VIOLENZA E GUERRE, INSEGUIRE I SOLDI, LA FAMA E IL SUCCESSO, SVENDENDO PARTE DELLA REALTA’ IN CUI SI CREDE O SI HA CREDUTO E’ DA VILI. SONO CONVINTO CHE LA VITA VADA VISSUTA CON GLI ALTRI, PER GLI ALTRI AL SERVIZIO DELL’UMANITA’, SENZA SCENDERE A COMPROMESSI CHE LIMITANO LE PROPRIE SCELTE E IL PROPRIO GIUDIZIO.
NEL MONDO DOVE SONO CRESCIUTO I GRAFFITI ERANO, SONO E RESTANO PER ME, UN MANIFESTO DI RIVALSA SOCIALE, UN MESSAGGIO GLOBALE DI RISPETTO, GIUSTIZIA, LIBERTA’, FRATELLANZA, UNIONE E UGUAGLIANZA TRA I POPOLI.
POTEVI NON AVER STUDIATO, MA SAPEVI FARE GRAFFITI, POTEVI NON AVERE SOLDI, MA CONTINUAVI A FARLO, VENIVI DA UN POSTO DI MERDA E TE LO COLORAVI PER FARTELO ANDARE A GENIO. AVEVI UNA CREW, UNA FAMIGLIA E CON LORO CONDIVIDEVI, FATICHE, GIOIE, PROGETTI, PASSIONI E DOLORI.
HO VISSUTO E CONTINUERO’ A VIVERE SECONDO QUESTI PRINCIPI E IDEALI SENZA ADERIRE A NESSUNA CONVENZIONE A NESSUNA RELIGIONE A NESSUNA REGOLA CHE REPUTI INGIUSTA CON NESSUN LIMITE SE NON L’UNICO: ME STESSO.
PER QUANTO RIGUARDA LA BLACK LINE E LA VOSTRA ROTTURA:
I PONTI PRIMA O POI CROLLANO E CI SARA’ SEMPRE QUALCUNO CHE NE DIPINGERA’ I RUDERI E LE MACERIE. IO HO DIPINTO, DIPINGO E CONTINUERO’ A FARLO PER ME STESSO, PER GLI ALTRI CHE MI STANNO ATTORNO, PER TUTTI QUELLI CHE HO INCONTRATO, QUELLI CHE HO PERSO E PER QUELLI CHE DEVONO ANCORA VENIRE………..IO STO CON QUELLI CHE IL CAVALCAVIA LO DIPINGONO DALLA BASE E CHE NON HANNO LA VOSTRA STORIA E DI VOI ORMAI… PIU’ MEMORIA.
VERREMO A VEDERE IL VOSTRO GUADO, APPLAUDIREMO’ AL VOSTRO PASSAGGIO, OMAGGEREMO I NUOVI RE E POI, NEL MIO INCEDERE LUNGO IL VOSTRO NUOVO PONTE, MI EVOLVERO’:
IO DA OGGI SARO‘ .MARZIALE