Non amo fare i bilanci, perché come si sa tutto può essere fatto meglio (sempre…). Non amo i bilanci perché le situazioni sono quelle che sono, e bisogna esserci dentro per capire le motivazioni che ci hanno guidato, in quel preciso momento, nel prendere proprio quella decisione. E ancora non amo i bilanci perché non ho mai sopportato chi dice “te l’avevo detto”, oppure “avevo ragione”… E poi perché il passato è passato…
Eppure, qualche parola va detta, anzitutto, per ringraziare tante persone che in modo differente ci hanno aiutato nella costruzione di questo Energy Fest: vecchi amici su cui poter contare perché se ne conoscono le competenze, ma anche nuovi amici che stupiscono per la loro passione e la gioia con la quale affrontano la preparazione ed il corso del Festival. Ringrazio poi gli artisti (writers e street artists) che hanno prodotto dei lavori di grande qualità, i musicisti tutti, e l’amministrazione che ci ha ospitato – per il secondo anno consecutivo – la quale ha guardato con interesse ai lavori e non ha mancato di esprimere apprezzamenti in merito.
L’Energy Fest passa in fretta, come le cose belle… una lunga attesa per raggiungerlo e tre giorni che volano, anche quando – causa pioggia – ci si trova in 20 sotto il gazebo (e ricordo, a riguardo, Dutch Nazari e Sick & Simpliciter in versione autenticamente unplugged). Ecco una cosa che mi ha colpito di questa edizione – certamente difficile, complicata (ma con questo non voglio trovare alibi) dal tempo: si tratta della voglia di andare avanti, di stare assieme nonostante tutto. E questa è una lezione che vale nel piccolo di un festival di graffiti e street art, come nel grande delle prove che la vita, prima o poi, mette davanti a ciascuno di noi. Il desiderio di esserci, di sentirsi vivi, ha prevalso su tutto il resto: chi non c’era si è perso, quindi, molto. Ma ci saranno altre occasioni…
Questi giorni sono stati, dunque, bellissimi, proprio per le risposte che sono state date alle difficoltà, ai momenti di sconforto che, inevitabilmente, ci sono stati. Certo, è stato un Energy particolare; devo dire che lo immaginavo diverso, ma è stato un Energy che mi ha trasmesso tantissimo, regalandoci momenti di grande umanità. Nessuno potrà toglierci i nostri sorrisi – e le lacrime -, la felicità che abbiamo vissuto, ma anche le preoccupazioni ed il lavorare assieme per risolverle. Nessuno potrà toglierci le tante cose che ci siamo detti in questi giorni passati troppo in fretta.
Per chiudere, non posso che dire “goodbye” all’Energy Fest 2017, ma – visto il percorso fatto assieme – non posso che dire “welcome” all’Energy Fest 2018.
Marco Tuono
vicepresidente APS ACU Kantiere Misto