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DIFFERENT

Racconto scritto da Irene Dalla Nora in occasione della manifestazione “In The City” del Progetto Impronte Future

Different

1-La partenza

La navicella spaziale stava ormai sorvolando Venere e ancora CB64 non riusciva a scollarsi dalla mente le immagini del suo pianeta, fotogrammi che presto sarebbero diventati nulla più che ricordi di quella che era stata la sua casa. Era salpato da appena 2500 anni luce, eppure si commosse ripensando al giorno della sua partenza, e grossi lacrimoni gli rotolarono giù dall’ unico occhio che aveva. C’erano tutti quel giorno, allo spazio-porto del pianeta Xenos, dalle autorità, inclusi i membri del Grande Consiglio, alle centinaia e centinaia di Xenaniani accorsi solo per lui, il coraggioso volontario che si era offerto per una missione di estrema importanza: l’esplorazione del pianeta Terra. Vedete, i pianeti hanno vita limitata, nascono e muoiono proprio come le creature che li abitano, e Xenos campava ormai da molto, moltissimo tempo, così presto anche lui avrebbe dovuto saldare il suo conto. Negli ultimi anni luce il pianeta era invecchiato con rapidità: i deserti avevano invaso le città, la terra era diventata più arida e il sole si era fatto più lontano, lasciando che il freddo e l’oscurità invadessero Xenos. Presto sarebbero scoppiate rivolte per accaparrarsi le ultime risorse che il pianeta ancora aveva da offrire; per questo era necessario prevenire la crisi e la violenza che la guerra avrebbe portato con sé: era necessario un nuovo pianeta, giovane e compatibile con le caratteristiche del vecchio mondo, che potesse ospitare gli Xenaniani per un’altra era.

2-L’atterraggio

All’altezza di Marte uno scossone trapassò la navicella da capo a coda e appena La Numero 3 (così si chiamava la navetta) penetrò l’atmosfera terrestre, il motore di destra andò letteralmente in fumo. CB64 fu colto dal panico: l’atterraggio avrebbe dovuto essere la parte meno rischiosa della missione! “Se inizia così…” pensò lo Xenaniano allacciandosi la maschera anti-gas sulla testa pelata e infilandosi terrorizzato nella capsula di emergenza “Non oso pensare a come finirà, questa storia…” e premette in tutta fretta il pulsante di sganciamento mentre con un boato la navicella esplodeva intorno a lui. Furono minuti interminabili quelli in cui CB64 trapanò l’atmosfera terrestre a una velocità tale che solo un miracolo lo salvò dall’autocombustione. Poi, il buio.

3-Primo incontro con CB64

Forza, fate largo! Fate largo ho detto!” sbraitava il commissario sbracciandosi attraverso la folla di curiosi che in fretta avevano circondato il luogo dove una volta sorgeva l’ufficio postale, ora spazzato via da una gigantesca palla da bowling che aveva raso al suolo l’edificio lasciandosi dietro una lunga scia di macerie fumanti. Il commissario fece ancora qualche passo in direzione della sfera e: “SANTODDIO!” esclamò facendo un balzo indietro non appena vide CB64 disteso al suolo. Lo Xenaniano lo guardò confuso sbattendo un paio di volte le palpebre e tastandosi indolenzito i graffi che aveva sulla schiena. “Che diavolo è questa cosa ?” disse il commissario rivolto ai suoi agenti, che lo guardarono con la sua stessa espressione stralunata: “Lo chieda a lui, no?” disse coraggiosamente uno di loro. Il commissario fece qualche passo in direzione di CB64, che intanto aveva scoperto un brutto taglio sul suo braccio sinistro, da cui sgorgava un liquido nerastro. “S-scusa, mi-mi sai dire che-che cosa sei di preciso?”. Lo Xenaniano lo fissò con espressione ebete. “CHE- COSA- SEI?” ripeté l’altro a voce più alta scandendo bene le parole. A quel punto successe l’ultima cosa che il commissario potesse aspettarsi: la strana creatura emise un grido acuto coprendosi le orecchie e poi: “Zvutfkyyfjgdhulgfleugrfedsbvcdeebfvrelr! Xregeiu, hirufhoeghflurb!!!” gli mitragliò addosso tutto d’un fiato.

4-Primo incontro con gli uomini

Cosacavolofaibruttofigliodiunacapramarziana! Parla piano, che ho un udito sensibile, io!!!”. CB64 era sconcertato: non solo quelle strane bestie gli avevano quasi forato un timpano, ma sembravano anche perfettamente indifferenti al fatto che dopo la caduta fosse pieno di lividi e bozzi, e che il suo braccio sinistro si stesse praticamente dissanguando. Aveva bisogno di cure, che diamine, non di essere schifato e assordato da un branco di alieni che lo fissavano attoniti senza muovere un dito. La strana creatura continuava a fissarlo con un espressione che dallo stupore stava rapidamente passando a qualcosa di molto simile al panico. CB64 ripensò con nostalgia agli stranieri che di tanto in tanto approdavano su Xenos da galassie lontane: la prima cosa che un cittadino doveva fare se ne incontrava uno era dargli un letto. La seconda: farlo mangiare chiedergli com’era andato il viaggio, e solo dopo avrebbe dovuto portarlo di fronte al Grande Consiglio perché potesse fare rapporto sul motivo della sua visita. Era la Legge. Ma la Terra non era Xenos, pensò CB64, ed era dunque possibile che laggiù non avessero mai incontrato altre forme di vita oltre a quelle già presenti sul pianeta; così, ignorando il dolore al braccio, decise che forse presentarsi sarebbe stata una buona idea: “Buongiorno a tutti! Mi chiamo CB64, abitante del pianeta Xenos, sono un esploratore… prima che vi spieghi la mia missione, però, potreste per cortesia darmi una mano a sistemarmi?” disse indicando la sua ferita e i resti della Numero 3; ma preso si accorse suo malgrado di aver sbattuto contro un muro ben più robusto di quello del suono: il linguaggio. I suoi interlocutori infatti sembravano più attoniti che mai. Un po’ sconfortato decise comunque di non darsi per vinto e si alzò, togliendosi la maschera anti-gas, per ripetere a gesti quello che aveva detto.

5-Different

Yajbyhbjf! Wioblu CB64, iyfybvkkyb kggbkhhhhdrxdgjf, ktfgkub df… ytfvykcdhdcnk dcgvkhydtgv ?”. Il commissario era sicuro che presto gli sarebbe venuto un attacco di cuore, quando quella cosa si tolse la maschera che aveva addosso e si alzò: a quel punto pensò che probabilmente era già morto e quello era l’aldilà. “M-ma… è v-viola!!! E-e l’ o-occhio !!!” strillò mentre chiamava il comandante dell’esercito e allo stesso tempo indietreggiava incespicando sui suoi piedi. “Ge-generale Max? Mi trovo nei pressi dell’ufficio postale, un oggetto non identificato è precipitato insieme a una cosa gigantesca, sarà alta più di tre metri, viola, con-con un solo occhio e… necessito di rinforzi immediati!!” “E’ pericolosa? Ha aggredito qualcuno?” si sentì dall’altro capo del telefono, ma il commissario era già svenuto.

Appena si alzò, CB64 si accorse di essere enorme, molto più grande della folla di minuscole creaturine che ora strillavano e si disperdevano ai suoi piedi. Per non calpestarle si spostò più vicino alla Numero 3, con il risultato che quegli esserini fuggirono terrorizzati, lasciandolo solo. Che aveva fatto? Era a causa della lingua che si comportavano cosi? Aveva forse detto qualcosa che a loro pareva offensivo? O forse era per il suo aspetto? Si insomma… le dimensioni, il colore violaceo della sua pelle, l’ occhio… CB64 si rendeva conto di essere molto diverso dagli abitanti della Terra, e avrebbe voluto spiegare loro che su Xenos una volta c’era moltissima luce, fin troppa a dire il vero, e che per questo tutti i suoi abitanti avevano la pelle di quel colore, per ripararsi, e un solo occhio, perché due non sarebbero serviti a nulla… solo che non sapeva come fare. Si sedette con un tonfo, mentre la ferita sul braccio si rimarginava da sola, sconsolato e di cattivo umore: ce l’avrebbe fatta a esplorare un posto dove nessuno lo voleva? Immerso in queste sue considerazioni non si accorse dell’elicottero che gli si stava avvicinando di gran carriera.

6-La cattura

A tutte le unità a tutte le unità, circondate la creatura!” strillò il comandate della flotta aerea incitando i carri armati sguinzagliati dall’esercito ad avvicinarsi. “Certo che quella cosa è… enorme! Mai visto nulla di simile… deve essere soppressa al più presto prima che ammazzi qualcuno, potrebbero addirittura arrivarne altri!” mormorò tra sé e sé. Così, prima ancora che si rendesse conto di cosa stava accadendo, CB64 fu immobilizzato, sedato e trascinato via.

7- Esperimenti

Dopo mesi di esperimenti e lavori forzati estenuanti che sfruttavano la sua immane forza fisica per ogni tipo di fatica impossibile all’uomo, CB64 aveva perso ogni voglia di vivere, figuriamoci quella di esplorare un pianeta che lo aveva rigettato. Ci aveva provato, a interagire, e ogni volta aveva fallito senza saperne il motivo. Gli mancava casa: dal suo atterraggio non aveva più potuto dare a Xenos sue notizie, ma tanto meglio… avrebbero pensato che era morto e non lo avrebbero cercato su quel pianeta ostile. Terminati gli esperimenti, lo misero in uno zoo, troppo stanco per lavorare ancora, ormai inutile al progresso scientifico. “Buongiorno bella prugna!” lo apostrofò l’addetto alle belve feroci spalancando la sua gabbia e lanciandoci dentro a fatica una carcassa di leone che probabilmente non aveva retto l’ultimo spettacolo col fuoco. “E si aspettano che lo mangi? Non hanno ancora capito che mai mangerei un essere vivente? Mica sono cannibale, io…”. Così fece quello che aveva fatto molte altre volte in casi come quello: stese un braccio sopra il piccolo leone, e lo accarezzò. Quello rimase immobile per un’altra manciata di secondi e poi si alzò come se nulla fosse. Il circense rimase a bocca aperta.

8- Un finale inatteso

Signor Flamel! Signor Flamel!” gridò entrando trafelato nell’ufficio del direttore dell’ospedale cittadino, che era un suo lontano cugino: “Credo di aver trovato chi l’aiuterà con quella sua cura sperimentale di cui mi parlava!”. L’altro si sporse in avanti: “Prego, sono tutto orecchi, chi è questa persona

 

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