QUESTO POST, DOPO QUELLO DI IERI, E’ UN POCO SCORRETTO, MA DEVO DIRLA PROPRIO TUTTA….. NELL’ ARTICOLO PRECEDENTE HO SCRITTO CHE QUEST’ANNO SI PREANNUNCIA CARICO DI SORPRESE E ALL’INSEGNA DI BUONI AUSPICI. NON CHIEDETEMI PERCHE’ MA PER VOLER ESSERE UN PO’ SCARAMANTICO VI BASTI SAPERE CHE LA MIA E’ PURAMENTE UNA PERCEZIONE…… PER CAPIRCI UN SENTORE DI QUALCOSA CHE E’ NELL’ARIA…. CHE FRIZZICA TUTTO INTORNO.
ORA PER VOLER ESSERE SCORRETTI FINO IN FONDO, SENZA VOLERVI CARICARE DI TROPPA ANSIA…., AGGIUNGEREI CHE BUONA PARTE DELLA RIUSCITA DI QUESTO NUOVO ANNO ASSOCIATIVO DIPENDERA’ ANCHE DA VOI, CHE CI SEGUITE SUI SOCIAL E SU QUESTO BLOG, donandoci un po’ del vostro tempo e condividendo con i vostri contatti : MA NON SOLO.
CERTO LA NOSTRA PROGRAMMAZIONE, L’IMPEGNO’ E LA SERIETA’ NEL SVILUPPARE I NOSTRI PROGETTI, SARA’ FONDAMENTALE COME SEMPRE E AGGIUNGEREI CHE NON GUASTEREBBE PUNTARE SU QUALITA’ E CONTINUITA’ PER SVOLGERE LE NOSTRE ATTIVITA’.
COME GIA ACCENNATO NEL PRECEDENTE POST , CE LA METTEREMO TUTTA, CON LA PASSIONE E LA SERIETA’ CHE CI CONTRADDISTINGUE DA OLTRE 10 ANNI.
VORREI PERO’ FARE UN’APPUNTO CERCANDO DI ESSERE IL PIU’ OBBIETTIVO POSSIBILE:
“SE IN DIECI ANNI ABBIAMO FATTO TUTTA QUESTA STRADA …E CREDETEMI DI COSE NE ABBIAMO FATTE, IL MERITO E’ TUTTO DEGLI AMICI /VOLONTARI/SOCI CHE ABBIAMO INCONTRATO LUNGO LA VIA E CHE PER POCO O TANTO HANNO CONDIVISO IL NOSTRO PERCORSO. MOLTE SONO LE PERSONE CHE CI SONO STATE ACCANTO, CHE HANNO CONTRIBUITO, CHI POCO E CHI MOLTO, A COSTRUIRE QUESTO PROGETTO E A DARGLI L’IDENTITA’ CHE HA OGGI. A TUTTI LORO VA IL MIO RISPETTO E IL MIO RINGRAZIAMENTO.
SO’ CHE PER ALCUNI QUESTO POST PUO’ SEMBRARE PER ORA MELENSO E BANALE… MA RINGRAZIARE CHI TI DA’ UNA MANO, OLTRE A NON COSTARE NIENTE……. NON E’ UNA COSA SCONTATA ED E’ LA COSA GIUSTA DA FARE.
SAREI ORA INGIUSTO SE NON RINGRAZIASSI ANCHE CHI E’ ANCORA ATTIVO NELL’ASSOCIAZIONE E SI BATTE PERCHE’ KANTIERE MISTO ABBIA UN FUTURO E CONTINUI NELLA SUA MISSION.
A QUELLI CHE ANCORA NON CI CONOSCONO ED INTERCETTANO QUESTO POST ON LINE SU QUALCHE SOCIAL DICO: FARE CULTURA IN QUESTO PAESE E’ UNO SPORCO LAVORO, MOLTO FATICOSO, STRESSANTE E FARLO PENSANDO AI PIU’ GIOVANI PUO’ ESSERLO ANCHE DI PIU’.
IL NOSTRO E’ UN PAESE PER VECCHI
DOVE ORMAI PIU’ DEL 40 % DELLA POPOLAZIONE HA OLTRE 50 ANNI: so che qualcuno può prendersela nel sentirsi definire vecchio a 50 anni ma ho incluso anche questa fascia d’età per meglio descrivere le proporzioni dei dati che citerò e del resto l’aspettativa di vita oggi in Italia e di circa 82 anni.
Per rendere bene il senso della mia critica al paese vi basti sapere che i giovani dai 10 ai 19 anni costituiscono il 9,5 % del totale e sono in calo. Va da se che qualsiasi politica sociale od investimento di welfare, sarà indirizzato al maggior numero di persone bisognose di essere seguite ed accudite, per l’appunto la popolazione che sta molto velocemente invecchiando. Si stima che probabilmente nel 2030 gli ultrasessantenni potrebbero essere circa il 60 % della popolazione e questo trend non pare invertirsi….. politica pro nascite o no che sia.
Se già, quando era più giovane il sottoscritto, gli investimenti nelle politiche giovanili erano pochi ….. aspettiamoci che col passare degli anni siano ancora meno. Lo stato ed i governi, infatti devono fare i loro interessi e puntano alla grande massa di elettori fidelizzati, soddisfacendo le loro esigenze in cambio di conferme elettorali: questi però sono calcoli meramente politici e partitici.
Si e’ parlato negli ultimi dieci anni di dare potere ai giovani , di rinnovamento della classe dirigente, sbandierando ai quattro venti il bisogno di cambiare di ringiovanire il sistema..
In realtà l’errore che si continua a ripetere e purtroppo sempre lo stesso: ASCOLTARE CHI HA I SOLDI E CERCARE L’APPROVAZIONE DELLA MASSA.
ALL’INTERNO DI ENTRAMBE QUESTE CATEGORIE (salvo rare e prestigiose eccezioni) I GIOVANI DELLA FASCIA DAI 10 AI 30 ANNI NON FIGURANO MINIMAMENTE E SE VA AVANTI COSI’ NON CI RIENTRERANNO MAI: vuoi per mancanza di soldi, di esperienza lavorativa o di potere rappresentativo.
In molti comuni della nostra zona si avviano processi di coinvolgimento giovanile, tipo il consiglio comunale dei ragazzi o si continuano a creare centri di aggregazione laica sul modello dei centri giovani (vecchi ormai da più di 15 anni). Questi esempi di partecipazione giovanile alla vita della comunità, anche se virtuosi, rappresentano spesso, quando funzionano, solo l’eccezione alla regola. Il fatto è che la stragrande maggioranza dei ragazzi, da una certa età in poi, vive una vita nella più totale incertezza, sono animati da una grande insicurezza sulle proprie capacità e crescono inoltre sperando che qualcuno si accorga della loro esistenza. Certo messa giù così…..sembra che stia descrivendo una gioventù di ebeti, ma non è così…..questi futuri uomini e donne, padri e madri di famiglia hanno grandi pregi e qualità ( spesso che sottostimano o non conoscono): sono abili, svegli, molto più intelligenti delle generazioni passate e in grado di affrontare il futuro che verrà, senza grossi problemi. Si muovono disinvolti in un’era digitale che per loro è come respirare, fin troppo facile. Sono in grado di anticipare i tempi di superare le barriere fisiche, linguistiche e culturali e non si preoccupano se un domani avranno un lavoro sicuro, la pensione, una casa……etc. etc. Queste sono le preoccupazioni dei loro padri e delle loro madri che ,ancora, non hanno capito che la vecchiaia che avranno, non sarà la stessa passeggiata affrontata dai loro vecchi oggi. Molti giovani trovano la loro soddisfazione e realizzazione nello sport. Ad oggi questa è una delle poche attività in grado di trasmettere regole, disciplina, dedizione e farli divertire, appassionandoli ed appagando anche la voglia d’appartenenza ad un gruppo e l’autostima personale. Ma come si dice “mens sana in corpore sano”: non ha senso avere un fisico da paura e delle skils da super uomo/donna se poi il cervello è delle dimensioni di una nocciolina. E per trasformare quella ghianda in un grande e robusto albero c’è bisogno di coltivare una cultura generale, la più ampia possibile. Io amo a questo punto del discorso fare l’esempio della libreria: il cervello umano è come una immensa libreria a scaffali. Da quando nasciamo fino al giorno della nostra morte sui suoi ripiani noi possiamo metterci quello che vogliamo, libri, ninnoli, ricordi, bomboniere prendi polvere….. Il contenuto di questo mobile ci rende quello che siamo quindi se nella nostra libreria abbiamo tre libri in croce….molto probabilmente sapremo esprimerci solo usando i vocaboli in essi contenuti e il nostro linguaggio sembrerà limitato ( salvo il caso che uno dei libri non sia un dizionario….hi hi). Se riempiamo i piani della libreria di ricordi, di esperienze, di relazioni queste potrebbero sopperire anche alla nostra ridotta cultura generale ma non la sostituirebbero…..perché comunque la conoscenza e quella cosa che amplia le nostre capacità e quindi il numero delle esperienze, delle relazioni e dei ricordi che potremo avere.
Inoltre ad una certa età si smette generalmente di fare sport per vari motivi, mentre coltivare una propria cultura generale lo si può fare sempre ed in vari ambiti a tutte le età.
E qui sta la forza e il ruolo delle associazioni culturali…… Se lo sport allena, tenendo in forma e in salute il fisico, la cultura si occupa del resto mantenendoci vivi, curiosi, interessati, allenando la mente e sviluppando le nostre abilità intellettive, aiutandoci a superare anche i periodi più difficili della vita.
Arrivati fin qui vi devo svelare il perché di questo mio post, cosa mi ha spinto a scrivere queste righe. Oggi sono andato ad una lezione universitaria sul Fund Raising in cui si è parlato anche di People Raising: per capirci “ricerca fondi” “ricerca volontari” che potrebbero sembrare la stessa cosa per certi versi, visto che le associazioni hanno spesso bisogno di soldi e di volontari.
Ho seguito la lezione con attenzione e ho concluso che l’approccio proposto dal docente non calza molto con i principi della nostra associazione.. Penso che il fatto dipenda dalla questione sollevata da me qui sopra. Essendo infatti questo un paese per vecchi, i giovani sono percepiti come una fase transitoria della vita, mutevole, non definita e di conseguenza poco affidabile. Del resto un giovane secondo le statistiche dura in media due anni all’interno di un’associazione di volontariato…….e non mi stupisce sinceramente, visto che spesso gli vengono proposte cose che non gli interessano o non lo coinvolgono pienamente o magari non sono ripagati con fiducia e rispetto. In realtà sono convinto che abbiamo un’associazionismo molto vecchio…. abituato ormai a rispondere alle esigenze di generazioni ormai vecchie.
Non fraintendetemi la mia non è una critica all’associazionismo tout court. Guai se non esistessero tutte quelle organizzazioni che si occupano di assistenza, dipendenze, accoglienza, sostegno, mutuo aiuto, ricerca etc. etc. Il fatto e’ che spesso il targhet di riferimento è un tiro sopra gli enta o gli anta…. dimenticando che anche i giovani sono esseri umani e hanno le stesse pulsioni, vizi, perversioni e malesseri degli adulti con però meno strumenti culturali e bagagli esperienziali a disposizione per gestire questi disagi.
Se ci aggiungiamo l’insicurezza, la timidezza e l’incapacità a comunicare e a esternare le proprie difficoltà, caratteristiche queste tipiche dell’età giovanile… il gioco è fatto.
Io penso che chi ha problemi ad esempio di alcol, non debba essere lasciato solo e vada aiutato sia che abbia 65 anni o che ne abbia 14. Il secondo caso però rientra nell’ambito del disagio giovanile…. dei servizi sociali….. del sostegno psicologico scolastico o della comunità terapeutica ….
Non sono un tecnico e quindi non vado oltre ma una cosa posso dirla: in dieci anni di questa associazione, ho incontrato gente di diverse età e con diverse problematiche e a tutti sò che la cultura e l’ARTE hanno fornito pensieri, soluzioni, rimedi e appoggio per affrontare le proprie paure ed insicurezze. Rendersi conto di essere capaci di realizzare qualcosa, aderire a progetti artistici, mettendo alla prova le proprie abilità e riuscendo a concretizzare un’idea, aumenta la propria autostima e ci fa crescere rendendoci migliori. Tutto questo e molto di più è la forza della cultura e dell’ARTE.
KANTIERE MISTO è un’organizzazione che crede nel valore e nelle capacità delle persone, nel far emergere il capolavoro che è in ognuno di noi.
Le nostre attività sono rivolte spesso a coinvolgere i giovani perchè per diventare ARTEFICI di se stessi chi ben inizia …….è a metà dell’Opera
PER CONCLUDERE:
IL NOSTRO FUND RAISING SONO LE VOSTRE IDEE.
LA NOSTRA POLITICA DI PEOPLE RAISING E’ MISTA …IN TUTTI I SENSI.
Se condividi il nostro impegno e vuoi sostenerci o essere dei nostri, siamo pronti a ricevere il tuo contributo: info@kantieremisto.org oppure 346 623 5162