Andrea Zuin è una di quelle persone che ti cambiano le carte della vita sotto il naso proprio quando pensavi di aver capito come funziona il gioco, dimostrandoti che c’è qualcosa oltre la tua quotidianità.
Un moderno cantastorie dei giorni nostri che, col suo valigione di racconti e di esperienze, sa entrare nelle tue emozioni con quella semplicità tipica di chi ha vissuto il mondo (sottolineo vissuto, non visto) ieri sera ci ha raccontato una storia di gente semplice, di vite quotidiane che tutte insieme diventano l’Italia, quella vera, che non fa notizia per i telegiornali sempre troppo pieni di volti di plastica e cronaca nera.
Facce, storie, note di una chitarra si fondono per trasportarti in un remoto angolo della nostra bellissima penisola per farti conoscere le storie e le emozioni delle persone che ha incontrato durante il suo peregrinare facendoti rivivere le stesse sensazioni che lui stesso ha provato in quel determinato istante, senza forzare la mano in descrizioni, lasciando la parola alle corde della sua inseparabile amica.
Personalmente sono rimasto molto colpito dalla semplicità e dalla serenità che mi hanno comunicato gli occhi di Andrea, quelli di una persona che il mondo l’ha girato sul serio e che ancora oggi continuano ad avere quell’espressione infantile di chi ancora ha sete di esperienze. Per riassumere questo post in poche semplici parole riproporrei quello che ho voluto scrivere sul suo diario di viaggio: un’esperienza extrasensoriale inimmaginabile.