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Esistenza Libera e Dignitosa

PAGA NON DIGNITOSA
Questo post vuole essere denuncia e una riflessione sull’art. 36, primo comma, della Costituzione Italiana.
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”
La mia attenzione si focalizza sulle ultime tre parole: Esistenza Libera e Dignitosa. Tre parole con significati profondi ma senza dubbio l’ultima è la più  importante  per me. La dignità è la condizione essenziale per vivere una vita veramente libera, condizione, quest’ultima, spesso utopica, se associata al mondo del lavoro.
Sono una lavoratrice del sociale privato, cooperative tanto per capirci, e  qui di seguito pubblico la mia busta paga  del mese di settembre. La pubblico per informare tutte quelle persone che non sanno cosa significa lavorare con dei contratti di lavoro al limite della legalità, della sopravvivenza e appunto della dignità. La mia vuole essere una denuncia su tutti quei contratti di lavoro che non danno la possibilità alle persone di vivere un’esistenza libera e dignitosa.
Non è dignitoso lavorare 33 ore settimanali a turni non regolari sette giorni su sette, perché la tua vita sociale e famigliare non esiste più. Non è dignitoso percepire poco più o meno di € 1000,00 al mese e spenderne solo € 200,00 per andare a lavorare e € 550,00 per l’affitto, perché con € 250,00 sfido chiunque a sopravvivere.
Altro che “assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa!” assicura solamente malcontento e stress! Non è dignitoso percepire uno stipendio di 1/3 più basso rispetto al contratto nazionale pubblico, un’educatore laureato, assunto dallo stato o dalla sanità, oltre a percepire di più è avvantaggiato dai diritti dati dal contratto di lavoro statale! (leggi lavoro sicuro a vita …forse ancora per poco). Il  nostro lavoro è un lavoro sulle persone con le persone e non è ammissibile   essere suddivisi in operatori di classe inferiore solo perché assunti  dalle cooperative anziché  dallo stato direttamente! Noi lavoratori  del sociale privato  lavoriamo spesso in appalto per lo stato e veniamo confusi  come volontari o comunque quelli che “amano il loro lavoro”, quindi non essenziale a percepire uno stipendio proporzionato alla quantità e qualità del lavoro che svolgiamo. 

Un medico ama il proprio lavoro ma percepisce sicuramente uno stipendio proporzionato! La sua non è opera di volontariato! 
Essere un tecnico specializzato dell’educazione in grado di intervenire in  diversi ambiti (dall’infanzia, al disagio, alle scuole,  alla disabilità ed agli anziani) comporta avere una preparazione e formazione adeguata e quindi retribuita adeguatamente. Non è ammissibile dovere sottostare al regime della Banca Ore e non essere libera di iscriversi ad un sindacato. Noi dipendenti del sociale spesso siamo anche obbligati ad essere soci , con quote cospicue e rinunciare ai pochi diritti del lavoratore perché esiste un’assemblea dei soci nella quale vengono stilati dei documenti di rinuncia di diritti costituzionali. Il paradosso è questo, non lavori se non sei socia e devi ringraziare se ti sodomizzano senza vaselina.
 Concludo: Amo il mio lavoro, mi considero un tecnico specializzato  (Laurea Magistrale in Pedagogia, non usufruibile) e voglio vivere con dignità e lavorare dignitosamente.
Vi invito di  denunciare altre situazioni di lavoro e vita non dignitose per mantenere svegli la nostra instancabile voglia di un’Esistenza  libera e dignitosa! Fai girare la tua PAGA NON DIGNITOSA

Wahl-Balena

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